Si delineano i volti dei nuovi campioni nel vivaio giovanile A.I.K.K. L’A.I.K.K. conclude brillantemente il calendario degli eventi agonistici internazionali nell’anno 2012,
affiancando al prestigioso risultato del veterano Alberto Anzalone (bronzo agli Europei di Budapest) due
ulteriori successi, provenienti dal settore juniores
Da sinistra: Shihan T. Wakiuchi, Yoser Giannetto, Antonio Cacciorni, Emanuele Muscolino, Nicolò Scaletti, Christian Pisetta,
Michele Runci, Roberto Oliveri, Senpai Roberto De Martis, Mery Magazzù, Carol Magazzù, Michael Brigandì, Vincenzo Riparare
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Che ci fosse sentore di crescita nel gruppo giovanile lo
avevamo percepito già nel mese di ottobre, quando
Christian Pisetta (il più giovane degli atleti agonisti di
Senpai Roberto Demartis, Bolzano) all’Open German di
Francoforte aveva conquistato il titolo nella categoria
16/17 anni -70 Kg., dominando con grande abilità gli
avversari dei tre incontri. Presenti, alla competizione, le
squadre di Bulgaria, Francia, Germania, Israele, Polonia
e Russia.
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Animato dalla voglia di continuare a misurarsi con atleti
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di vario livello e puntando ad
obiettivi sempre più ambiziosi,
nell’arco di pochi mesi il neocampione ha saputo mettere in luce la
cifra straordinaria del proprio talento.
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A novembre si è aggregato alla nazionale juniores per
partecipare ai Campionati Europei di Belgrado; pochi mesi
dopo, si è cimentato con successo nei circuiti nazionali di
categoria “élite” a Caltanissetta e a Bologna.
Impossibile non rilevare il salto di qualità
avvenuto: Christian Pisetta concilia bene la
razionalità con la creatività, possiede sia
autodisciplina che inventiva. Un ragazzo capace e riservato, che, proprio
per la sua naturalezza, riesce sempre
a calamitare l’ammirazione e il supporto del pubblico.
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Proviene dal settore kata, dal binomio A.I.K.K. honbu Michael Brigandì/ Mery Magazzù, la
seconda gratificazione internazionale dell’anno 2012.
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Con un decennio di studio meticoloso che gli ha
permesso di acquisire una non comune capacità di
interpretazione formale, Michael Brigandì, nel 2011,
aveva già ottenuto il suo primo titolo europeo. Nel 2012, perde – solo per un soffio - la riconferma
nella specialità di gara. Alla prima esecuzione del kata Geksai-sho, con un
punteggio elevatissimo, si pone in cima alla
classifica. Ma la sfida reale si determina dopo le fasi
eliminatorie, con la fortuna che, purtroppo, al turno
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successivo non arride. Michael viene difatti convocato appena
qualche secondo dopo la prova di kumite, al termine di due
spossanti combattimenti (indossa ancora i paratibie quando lo invitano a presentarsi sull’altro tatami di
gara). L’esecuzione dell’ultimo kata non sarà al top, il corpo
richiede i suoi tempi di recupero. I giudici, però, in finale, non perdonano la minima
imperfezione e fanno la scrematura. Deve accontentarsi di un terzo posto, Michael, ma è
ugualmente soddisfatto: è il terzo giovane atleta migliore
d’Europa, con un futuro agonistico ancora tutto da immaginare.
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Prevedibile, forse, il successo di Mery Magazzù, altro
fenomeno di nuova generazione. Un esordio molto sofferto, preceduto da un periodo
intensivo di preparazione, caratterizzato da infortuni,
dolori e lacrime. Esitazioni, ripensamenti e lacrime. Lacrime di gioia qualche volta, qualche altra di
scoramento, mirando al raggiungimento di un ideale
di perfezione che logora ogni fibra. Mery ha uno
standard di rendimento elevatissimo, mai si discosta
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dall’idea di ottenere il massimo da se stessa. E’ abituata al sacrificio.
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Pur avendo un’inclinazione straordinaria e
unanimemente riconosciuta per la danza,
dopo essersi a lungo suddivisa fra il
palcoscenico e il tatami di gara, ha compiuto
una scelta definitiva, prediligendo il karate, la
più antica
passione.
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Nulla si spreca, però, delle esperienze passate:
l’elasticità delle sue articolazioni, la finezza dei suoi
movimenti trovano l’adeguata valorizzazione nello
studio e nella pratica dei kata.
Non sorprende, quindi, che la giovanissima allieva al
primo Torneo Internazionale ottenga un risultato
strepitoso, salendo direttamente - senza indugi e con la
giusta combinazione di eleganza e grinta - sul secondo
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gradino del podio. A riprova che la perseveranza e l’impegno ripagano sempre.
Buoni progressi si registrano anche nel settore del kumite, dove si mettono in luce Yoser
Giannetto e Roberto Oliveri, entrambi vincitori del primo girone.
Ottima prova anche per Carol Magazzù,
atleta di grande carattere; non meritava
davvero di perdere, dopo aver disputato due
round straordinariamente impegnativi.
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Meno appagante per le loro aspettative, l’esito di gara di
Antonio Cacciorni, Emanuele Muscolino e
Nicolò Scaletti. Non meno preziosa, però,
l’esperienza compiuta: al rientro in palestra, i loro
colpi cambiano, caricandosi di una nuova e più
vibrante energia.
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Anche nel settore giovanile ravvisiamo lo stesso maturo atteggiamento degli adulti, nel
comprendere che la sconfitta – probabilmente assai più della vittoria –agevola la presa di
coscienza dei propri punti di forza e di criticità:
“Un vero karateka non si esalta per le sue vittorie, non si
deprime per i suoi insuccessi” (Mas Oyama)
Non è mancato il risultato per scarsa
preparazione o per debole volontà. Ci sono tappe del percorso di formazione
individuale che vanno rigorosamente rispettate. L’obiettivo prioritario non è creare campioni, è
valorizzare persone e personalità. In quest’ottica formativa gli istruttori
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incoraggiano, sostengono; qualche volta forzano la mano, qualche altra si dileguano.
Con una continua perdita e riconquista di equilibri e confini, l’azione di supporto degli adulti
si riduce progressivamente, fino a quando gli allievi non raggiungono la più completa
autonomia.
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