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Lun

24

Ago

2015

Belgrado 2012 PDF Stampa E-mail


Si delineano i volti dei nuovi campioni nel vivaio giovanile A.I.K.K.

L’A.I.K.K. conclude brillantemente il calendario degli eventi agonistici internazionali nell’anno 2012,

affiancando al prestigioso risultato del veterano Alberto Anzalone (bronzo agli Europei di Budapest) due

ulteriori successi, provenienti dal settore juniores




a

 

Da sinistra: Shihan T. Wakiuchi, Yoser Giannetto, Antonio Cacciorni, Emanuele Muscolino, Nicolò Scaletti, Christian Pisetta,

Michele Runci, Roberto Oliveri, Senpai Roberto De Martis, Mery Magazzù, Carol Magazzù, Michael Brigandì, Vincenzo Riparare

 


 

Che ci fosse sentore di crescita nel gruppo giovanile lo

avevamo percepito già nel mese di ottobre, quando

Christian Pisetta (il più giovane degli atleti agonisti di

Senpai Roberto Demartis, Bolzano) all’Open German di

Francoforte aveva conquistato il titolo nella categoria

16/17 anni -70 Kg., dominando con grande abilità gli

avversari dei tre incontri. Presenti, alla competizione, le

squadre di Bulgaria, Francia, Germania, Israele, Polonia 

e Russia.

b

 

 

Animato dalla voglia di continuare a misurarsi con atleti 

c

di vario livello e puntando ad

obiettivi sempre più ambiziosi,

nell’arco di pochi mesi il neocampione ha saputo mettere in luce la

cifra straordinaria del proprio talento.

 

 


d

A novembre si è aggregato alla nazionale juniores per

partecipare ai Campionati Europei di Belgrado; pochi mesi

dopo, si è cimentato con successo nei circuiti nazionali di

categoria “élite” a Caltanissetta e a  Bologna.

 

Impossibile non rilevare il salto di qualità

avvenuto: Christian Pisetta concilia bene la

razionalità con la creatività, possiede sia

autodisciplina che inventiva. 
Un ragazzo capace e riservato, che, proprio

per la sua naturalezza, riesce sempre

a calamitare l’ammirazione e il supporto del pubblico.

e










 











Proviene dal settore kata, dal binomio A.I.K.K. honbu Michael Brigandì/ Mery Magazzù, la

seconda gratificazione internazionale dell’anno 2012.

 

f

Con un decennio di studio meticoloso che gli ha

permesso di acquisire una non comune capacità di

interpretazione formale, Michael Brigandì, nel 2011,

aveva già ottenuto il suo primo titolo europeo
Nel 2012, perde – solo per un soffio - la riconferma

nella specialità di gara. 
Alla prima esecuzione del kata Geksai-sho, con un

punteggio elevatissimo, si pone in cima alla

classifica. Ma la sfida reale si determina dopo le fasi

eliminatorie, con la fortuna che, purtroppo, al turno

 

 successivo non arride. Michael viene difatti convocato appena

qualche secondo dopo la prova di kumite, al termine di due

spossanti combattimenti (indossa ancora 
i paratibie quando lo invitano a presentarsi sull’altro tatami di

gara). L’esecuzione dell’ultimo kata non sarà al top, il corpo

richiede i suoi tempi di recupero. 
I giudici, però, in finale, non perdonano la minima

imperfezione e fanno la scrematura. 
Deve accontentarsi di un terzo posto, Michael, ma è

ugualmente soddisfatto: è  il terzo giovane atleta migliore

d’Europa, con un futuro agonistico ancora tutto da immaginare. 

g



 


h

Prevedibile, forse, il successo di Mery Magazzù, altro

fenomeno di nuova generazione. 
Un esordio molto sofferto, preceduto da un periodo

intensivo di preparazione, caratterizzato da infortuni,

dolori e lacrime. Esitazioni, ripensamenti e lacrime. 
Lacrime di gioia qualche volta, qualche altra di

scoramento, mirando al raggiungimento di un ideale

di perfezione che logora ogni fibra. Mery  ha uno

standard di rendimento elevatissimo, mai si discosta

 dall’idea di ottenere il massimo da se stessa. E’ abituata al sacrificio.

 


 

alt

Pur avendo un’inclinazione straordinaria e

unanimemente riconosciuta per la danza,

dopo essersi a lungo suddivisa fra il

palcoscenico e il tatami di gara, ha compiuto

una scelta definitiva, prediligendo il karate, la

più antica

passione.

 



Nulla si spreca, però, delle esperienze passate:

l’elasticità delle sue articolazioni,  la finezza dei suoi

movimenti trovano l’adeguata valorizzazione nello

studio e nella pratica dei kata. 

Non sorprende, quindi, che la giovanissima allieva al

primo Torneo Internazionale ottenga un risultato

strepitoso, salendo direttamente - senza indugi e con la

giusta combinazione di eleganza e grinta - sul secondo

l

gradino del podio. A riprova che la perseveranza e l’impegno ripagano sempre.


Buoni progressi si registrano anche nel settore del kumite, dove si mettono in luce Yoser

Giannetto e Roberto Oliveri, entrambi vincitori del primo girone.


Ottima prova anche per Carol Magazzù,

atleta di grande carattere; non meritava

davvero di perdere, dopo aver disputato due

round straordinariamente impegnativi. 

n


 

          m

Meno appagante per le loro aspettative, l’esito di gara di

Antonio Cacciorni, Emanuele Muscolino e

Nicolò Scaletti. Non meno preziosa, però,

l’esperienza compiuta: al rientro in palestra, i loro

colpi cambiano, caricandosi di una nuova e più

vibrante energia. 

 

 

 

 

Anche nel settore giovanile ravvisiamo lo stesso maturo atteggiamento degli adulti, nel

comprendere che la sconfitta – probabilmente assai più della vittoria –agevola la presa di

 

coscienza dei propri punti di forza e di criticità:

 “Un vero karateka non si esalta per le sue vittorie, non si

deprime per i suoi insuccessi”   (Mas Oyama)

 

Non è mancato il risultato per scarsa

preparazione o per debole volontà. 
Ci sono tappe del percorso di formazione

individuale che vanno rigorosamente rispettate. 
L’obiettivo prioritario non è creare campioni, è

valorizzare persone e personalità. 
In quest’ottica formativa gli istruttori

o

 incoraggiano, sostengono; qualche volta forzano la mano, qualche altra si dileguano. 

Con una continua perdita e riconquista di equilibri e confini, l’azione di supporto degli adulti

si riduce progressivamente, fino a quando gli allievi non raggiungono la più completa

autonomia. 

 

 

p

 

 

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